La competenza del principe
Visito, con piacere, questa piazza così ben
posizionata, e cerco di contraccambiare l'ospitalità come posso
riportando alcuni passi di un libro che, in occasione di questo
Natale, è stato regalato a mia figlia.
"La bella addormentata", di Tahar Ben Jelloun, rivisita la ben nota
fiaba inserendo qui e la' nella narrazione, situazioni imprevedibili.
Ad esempio, ecco il principe che arriva davanti alla camera della
principessa nel palazzo addormentato:
"….. Poi il principe sentì una voce che gli disse: "Eccoti,
finalmente!". Si voltò e non vide nessuno. Di nuovo la voce si rivolse
a lui: "Non vale la pena che ti volti; è il cobra che ti parla, ne ha
abbastanza di sorvegliare la stanza della tua innamorata; dai, entra,
svegliala, e facciamola finita!".
Stupito, il principe cercò di pronunciare una frase, ma nessun suono
uscì dalla sua bocca.
"… Non puoi parlare? Aspetta, la rana parlante è nei paraggi, basta
che le accarezzi il dorso sette volte e ritroverai l'uso della
parola."
Il principe prese a cercare per terra la rana. Il cobra gli disse che
l'avrebbe trovata nel ventre di Miche- Miche, il serpente capo, il più
vecchio di tutti i rettili, quello che non morde più ma che inghiotte
tutto ciò che trova.
"Aspetta che starnutisca e sputi" disse il cobra.
Immobile nel suo contegno regale, il principe aspettò, dicendosi che
sarebbe potuto restare così per anni.
"No, leggo nei tuoi pensieri" disse Miche-Miche. "E' questione di
pazienza. Qui ci si nutre di pazienza; è un piatto che si mangia
freddo; non prendertela, ti aiuterò, non per amore della monarchia, ma
perchè ne abbiamo abbastanza di questa situazione che non ci piace
più. Prima saremo liberi meglio sarà."
Dette queste parole, Miche-Miche sputò la rana parlante. Era di
cartapesta. Non era un animale, ma un pacchetto di libri compressi.
Volarono dei fogli e il principe si sporse sull'oggetto e lo accarezzò
sette volte. In un pigia-pigia che rese tutto incomprensibile uscirono
dalla bocca della rana molte parole: principessa, castello, re, cent'annii,
foresta, mare, fegato, tenda, coraggio, guardia, donna nera, bruna,
nera, agitato, tempesta, testa, albero, cenere, luce, grazia, grazie,
bellezza, karama, Karma, amina, wojna, lezen, herut, vibor, diafmeisi,
walou, dine, mella, hench, qalam, sabr, jamal, siba, ghina …
Il cobra venne di nuovo in suo aiuto:
"Bene, adesso hai le parole, ma devi ancora sistemarle in un ordine
logico. Per ottenere questo, o mio principe, è necessario che tu
affronti un'altra prova. Non innervosirti, non sei nel tuo palazzo,
sei a casa nostra, sii paziente e ascoltami bene."
Il principe fece sì con la testa e aspettò. Vide il cobra avvicinarsi
agli altri serpenti e sussurrare loro qualcosa.
"Ascolta principe, noi vogliamo che tu ritrovi la libertà!" disse il
cobra. "Ecco, la nostra richiesta dipende da te e da ciò che farai.
Una volta che avrai ritrovato la parola, pronuncerai la preghiersa
necessaria."
Il principe cominciò a parlare come se fosse circondato dai suoi
uomini di fiducia, dimenticando di essere di fronte a un gruppo di
serpenti:
"Quando il fiume è in piena, i serpenti seducono le rane che li
nascondono nel loro corpo.
"Quando il vento scuote gli alberi, gli uccelli perdono la testa e il
nido.
"Quando il sole brucia la cima delle palme, i datteri cadono per
stanchezza.
"Quindi vi lascio andare: strisciate e raggiungete le pietre calde
delle montagne. Per voi l'aridità è benefica. Forse, scivolando tra le
pietre, farete venire le nubi."
Tutti i rettili scivolarono via e scomparvero senza fare storie. Il
principe si ritrovò solo davanti all'immenso portale che si aprì non
appena lui pronunciò la frase: "O principessa, eccomi!"
….
E' sicuramente esagerato pensare di estrarre un'archeologia del
soggetto da questo brano ma ci ritrovo:
- la ricerca della determinazione ("sarebbe potuto restare così per
anni"),
- la fatica quotidiana precisa, macchinosa, dedicata alla raccolta, a
qualsiasi raccolta - di idee, di frutti, di cose inutili -
(rappresentata dai serpenti) e
- l'abbandono, abbandono della ricerca di determinazione e della
fatica quotidiana (lo spazio per la preghiera come fossimo circondati
da uomini di fiducia, amici, che ci permettono di sentirci finalmente
a casa).
Poco dopo, la principessa, mentre viene condotta nel reame del
principe gli domanda:
"… "Come ti chiami ?"
"Qaiss."
"Come mai hai gli occhi blu ?"
"Li ho ereditati da mia madre."
"Dove mi porti ?"
"Nel paese dove nessuno dorme."
"Bello! Ma come fa la gente a restare sveglia ?"
"Vive in piedi. Non ci sono letti, nè lenzuola, nè coperte, nè
sonniferi…"
"Nemmeno sogni?"
"Sognano a occhi aperti. Si parlano e si scambiano sogni."
"Non si ammalano mai ?"
"Sì, ma vengono sepolti in piedi, sul posto. Solo la famiglia reale ha
il diritto e il privilegio di dormire."
"Ma io non ho fatto voglia di rimettermi a dormire."
"Quando avrai visto la regina madre, cambierai idea."
"Perchè?"
"Perchè mia madre non ama gli stranieri; è bianca e non ama i neri. Il
re è bianco, io vengo da un altrro pianeta e non condivido le loro
idee."
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walter |
domenica 25 gennaio 2004 - 1. |