Name: rà
Subject: meditazione
Email: rankis@libero.it
05/09/2002
approfitto della presumibile concentrazione di 'addetti ai lavori' che
transita per questo sito:
esiste un qualsivoglia interesse da parte degli psicoterapeuti nei
confronti della meditazione in relazione al lavoro di analisi? se si: è
affidata al singolo terapeuta e al suo specifico interesse? quale 'tipo'
di meditazione?
Name: Giuseppe
Subject: Psicanalisi convenzionata? Si, ma in America.
Email: kuchs@tiscali.it
05/09/2002
Se uno che non ha un soldo in tasca (perche' e' ancora universitario, pur
avendo 28 anni) e che ha genitori che versano in difficili condizioni
economiche, stesse tanto male da avere seria necessità di un'analisi, come
puo' fare?
Come noto, l'analisi e' piuttosto (molto) costosa e in Italia (alcuni
dicono "per fortuna",...bah!) non è convenzionata con le ASL.
Forse la richiesta che faccio potrebbe suonare come assurda, comunque c'e'
qualcuno che mi sappia dire se in Italia (un po' come accade in America) è
possibile chiedere un prestito "sulla fiducia", da riscattare non appena
comincero' a lavorare, allo Stato (Comune, Regione, Comune, ASL stessa) od
anche ad enti privati? In tal caso è chiaro che non chiederei un importo
relativo a 7 anni di cura, ma magari a due-tre anni. Mi sono già rivolto
ad associazioni di consumatori, a sportelli dei ministeri e del comune, ma
la risposta che mi viene data è confusa e tendenzialmente molto negativa.
Le banche, giustamente, vogliono delle forti garanzie.
Ho l'improssione che chi non può permettersi un'analisi si deve arrangiare
con i farmaci e, se ci crede, con le psicoterapie.
Grazie per l'attenzione e l'eventuale contributo.
Name: Giuseppe
Subject: LE ELITES
Email: kuchs@tiscali.it
10/09/2002
Senza dubbio l'ideale sarebbe pagarsi da sè l'analisi. Sia per evitare un
problema confusivo di dipendenze (legato alla fonte di denaro che ti
sovvenziona la cura, che e' TUA) sia x avere un solido incentivo a
guarire.
Pero', a mio avviso, questo tema va preso con le pinze.
Voglio dire che la psicanalisi e' un esperienza decisamente elitaria.
DICIAMOLO, anzi URLIAMOLO.
E diciamo pure che gli psicanalisti, pur avendo un repertorio di
conoscenza e di sapienza che puo' portare all'arricchimento, oltre che
alla cosiddetta guarigione, dei "pazienti" costituiscono comunque una
casta che non ne vuol sentire di "populizzare" l'esperienza della
psicanalisi.
Voglio dire: pagarsi l'analisi da sè è meglio? Senza dubbio, però, giusto
per sparare delle cifre (possibili), anziche' pagare 1.500.000 di lire al
mese, se ne potrebbero pagare 750.000 e il resto lo Stato. Ma mi risulta
che le società psicanalitiche (o psicoanalisti singoli che abbiano alzato
la testa), tra cui cito in primis la SPI, non si sono mai nemmeno degnate
di presentare la psicanalisi come una terapia di "minimo essenziale", per
usare la terminologia giuridica delle ASL. ASL, che, appunto, tra i
"minimi essenziali, annoverano psicoterapie e farmacoterapie che non di
rado conducono dritte dritte ai ricoveri.
Per lo Stato (ma di fatto le società psicanalitiche non fanno nulla perchè
non sia così, considerato il loro ormai consolidato snobistico silenzio)
la psicanalisi e' un surplus. Se ne puo' fare tranquillamente a meno. Ci
sono altri strumenti. Altro che "minimi essenziali"...!
Questo e' un grande rimprovero che davvero va fatto alla casta della
psicanalisi (italiana).
Name: Logio
Subject: Re: LE ELITES
Email: paologio@inwind.it
11/09/2002
Non è poi così difficile fare il cameriere per pagarsi l'analisi, oppure
il lavapiatti, oppure il correttore di bozze, oppure il decoratore di
ceramica, oppure il "vo cumprà", oppure il fotografo ambulante, oppure la
"maschera" nei cinema, oppure il portiere di notte, oppure il giornalista,
c'è chi da ripetizioni...e, comunque, trovare il tempo per studiare: è
stato fatto da qualcuno che con i soldi spesi per le sedute avrebbe potuto
comprarsi un attico al settimo piano...
Per poi buttarsi di sotto.
E' stato buono spenderli, quei soldi, per un tentativo di salvezza. Almeno
uno.
Logio
Name: Logio
Subject: No Subject
Email: paologio@inwind.it
11/09/2002
Un uomo onesto e scrupoloso la cui scienza m' ispira fiducia nella misura
in cui lui stesso ne diffida.
Name: Gianpietro Sery
Subject: ANCORA SULLE ELITES
Email:
12/09/2002
personalmente vorrei dare questo contributo certamente non esaustivo.
non penso che la psicoanalisi sia "elitaria": penso che la psicoanalisi
non sia per tutti.
ma non nel senso che a qualcuno sia impedito di guarire, ma che molti NON
VOGLIANO guarire.
questo assurdo apparente, cioè che si possa non volere un bene, è
purtroppo ciò che ogni giorno si constata sul divano.
il desiderio di guarire, la DOMANDA di guarigione, non credo crei una
elite ma semplicemente un "manipolo" di individui che sanno desiderare
(questo lo vediamo quotidianamente anche dal forum o sulla chat: non tutti
partecipano per domandare...)
credo che il problema del danaro, rientri in ciò che sto dicendo.
ormai tanti anni fa, quando conobbi (perdonate i riferimenti personali) la
scuola di milano, io non avevo i soldi quasi neppure per il treno...
credo che il fatto di essermi dato non una ma cento mosse per cercare come
potevo (onestamente ehehehe) di guadagnare di più, sia stata la più grande
occasione della mia vita.
Giuseppe ha ragione a dire che in certe situazioni non è facile... ma io
credo che in ogni situazione sia possibile UN RILANCIO della vita in vista
di una maggiore RICCHEZZA, intesa nel senso più ampio, salute compresa.
spesso chi prende farmaci non lo fa perchè non può permettersi altro, ma
perchè si è rassegnato a fare così, a vivere così, non crede più nel suo
pensiero e quindi non desidera più: il salto dal "sono povero e non posso
permettermi..." al "tutto è possibile", è un salto che accade come atto
nuovo del pensiero (quello che noi chiamiamo domanda di cura) ed è l'atto
più nuovo dell'io che rilancia la vita.
allora, come dice logio, uno cerca di fare di tutto per pagarsi
l'analisi... e questo fare di tutto è già la sua guarigione...
penso, giuseppe, che lo stato assistenzialista ci abitui a pensare e
domandare e imprendere sempre di meno... le nostre risorse sono infinite
(non esiste l'"esaurimento", neppure nervoso)...
è solo un mio piccolo contributo al dibattito...
anche Adler sentiva il desiderio di una psicoanalisi per TUTTI: ma non
dimentichiamo che NON TUTTI VOGLIONO veramente guarire...
c'è anche la libertà di rinunciare a vivere bene, misteriosa... ma è li !
con amicizia nei confronti di chi domanda
gianpietro séry
Name: Giuseppe
Subject: .......E ANCORA SULLE ELITES: post leggibile (Word mi da'i
numeri)
Email: kuchs@tiscali.it
12/09/2002
Beh, chiaramente i punti di vista sono diversi. Non solo quello dello
psicanalista e del paziente (io per altro ho già l'esperienza di
un'analisi), ma anche quello dello psicanalista americano e del nordeuropa
e quello italiano. Il punto di vista del, me lo si lasci dire, "nevrotico
grave e sofferente" e quello del nevrotico con "crosticine". Il punto di
vista del miliardario e quello dello squattrinato.
C'e' un punto di vista, poi, di tipo democratico, che non ha nulla a che
vedere con lo stato assistenzialista (che forse si potrebbe paragonare al
genitore che viene in soccorso senza farci camminare).
Non credo che nessuno di coloro che frequenta questo forum, considerate le
supposte relative formazioni, possa paragonare una psicoterapia ad una
analisi. Spesso chi desidera, ed e' il mio caso, davvero un' analisi tira
avanti finche' puo' evitando di confidare nei panni caldi (ed economici)
di una psicoterapia, pur anche ti tipo psicanalitico.
Il punto di vista democratico, che ritengo possa (debba) accomunare tutti
gli individui di una società per qualsivoglia aspetto della vita, non e'
certo una dote (storicamente) degli psicanalisti. Del resto, come ho gia'
scritto, non mi risulta che le societa' di psicanalisi o gli psicanalisti
si interessino piu' di tanto perche' la psicanalisi cominci realmente ad
appartenere alla nostra cultura. Non mi risulta che coi lavoretti si possa
guadagnare l.1500.000 al mese, a meno che il lavoretto non diventi lavoro,
e cio' a discapito delle aspirazioni professionali reali.
Credo che si sia tutti d'accordo che l'analisi pagata da se' sia l'ideale,
ma non a quelle cifre.
Scusate se scado sul prosaico, proponendo esempi tanto pragmatici (per
altro generalmente poco cari ai dibattiti e ai forum di psicanalisi). Ma
quando coi supposti lavoretti (a mo di vita londinese) si guadagnasse L.900.000
e le restanti 600.000 le mettesse lo stato, credo a buon diritto che il
paziente possa pur essere orgoglioso dei salti mortali che sta facendo per
pagarsi la sua bella analisi.
Beh, la pretesa di una psicanalisi pagata dallo Stato equivarrebbe alla
sua stessa destrutturazione, forse. Ma la posizione integralista e
talebana della maggior parte degli analisti incapaci (in realtà del tutto
disinteressati) a considerare una soluzione media e' qualcosa di tanto
assodato che non stupisce se tanta gente se ne va poi a fare sedute di "cognitivo-comportamentale"
o dell'ultima trovata psicoterapica dell'anno.
No, non sempre e' una questione di forma mentis o di (parlo da
psicanalista) "non vuole guarire": molto spesso e' proprio una questione
economica.
Ancora L'idea che > non solo e' retorica (non lo dico provocatoriamente)
ma totale ignoranza e incuria circa la realta' pratica. E' a mio avviso
espressione da (obsoleto) psicanalista classico perfettamente traducibile,
ditemi dove sbaglio, in "vuoi guarire? L'analisi costa? Cazzi tuoi,
trovati il modo di pagartela e vedrai che la vita ti sorridera'".
A conferma del fatto che per gli psicoanalisti il fattore economico
nemmeno sussite.
Il fattore economico che, ripeto e sintetizzo, si potrebbe perfettamente
conciliare, trovando una via di mezzo (Logio direbbe "in media stat virtus",
ma non so in quest'occasione) con quello motivazionale del paziente
pagante, e' dunque segnale delle SCELTE CULTURALI della casta
psicanalitica. La quale quindi non solo sul piano della fruizione
democratica alla cura e' assolutamente riluttante con risposte tipo vedi
sopra, ma e' totalmente responsabile (io la ritengo unica responsabile)
delle stronzate che ormai da mattina a sera si sentono dire in TV da
esperti di mente che parlano di Xanax per gli attacchi di panico o, nelle
migliori delle ipotesi, si presentano come psicanalisti (e hanno invece le
piu' disparate formazioni, non credo di offendere nessuno se cito Aldo
Carotenuto che si trova in tutti i canali e in tutti i programmi) che non
poco narcisisticamente fanno inutili intellettualismi che sfociano talora
anche nel mistico.
Mai, dico mai, che si veda uno psicanalista (non ci perdiamo sulla parola
psicanalista. Psicanalista e basta. Sappiamo tutti che e' uno e solo)
intervistato al costanzo show. Mai uno psicanalista che dica la sua in un
editoriale del Corriere della Sera.
Quante stronzate sui media sono state dette su Cogne, sulla depressione
(non ne parliamo!), sullinsonnia...etc.!
Gli psicanalisti sono li'. Tale società psicanalitica e' invisa a quell'altra.
Quello della SPI non riconosce come collega quello "laico" (o viceversa,
dico per dire, ma sono cose abbastanza note).Quello ha seguito un po' piu'
Bion, quindi non va d'accordo con quell'altro che e' un perfetto
ortodosso. E naturalmente, fiumi di inchiostro e di voci sull'invidia del
pene e sull'opportunita' di scrivere psicOanalisi piuttosto che
psicanalisi.
Il tutto completamente rinchiusi in un limbo che per lo Stato (=comunità)
non esiste affatto, da nessun punto di vista. Ignorati dai media, dai
giovani, DALLE SCUOLE, dalle istituzioni, dai giornali. E, molto spesso,
orgogliosi di questo.
Internet: il limbo continua (e le tariffe pure).
Name: Logio
Subject: Re: .......E ANCORA SULLE ELITES: post leggibile (Word mi da'i
numeri)
Email: paologio@inwind.it
12/09/2002
A questo punto un libro...
Autore: Rey Pierre
Titolo: Sul lettino di Lacan
Sottotitolo: Il romanzo di un'analisi
Casa editrice: Arnoldo Mondadori Editore
Anno di edizione: 1991
Prezzo: 30.000 lire (in euro?)
Io l'ho già letto, leggerlo per te non posso.
Mi prometti di leggerlo prima di riprendere l'argomento?
Anche se ciò che ha scritto Gianpietro, rende superflua questa lettura...
Logio
Name: Giuseppe
Subject: Re: Re: Re: .......E ANCORA SULLE ELITES: post leggibile (Word mi
da'i numeri)
Email: kuchs@tiscali.it
13/09/2002
Un ultima cosa. Faccio un copia e incolla della risposta avuta via mail,
intorno al mio problema di un'analisi economicamente accessibile, da parte
del gentilissimo segretario di una piccola ma nota società psicoanalitica
(non della mia regione, purtroppo).
Gentile sig.Giuseppe,
la sua lettera apre un ampio problema cui difficilmente potremmo
aggiungere qualcosa oltre quanto da lei analizzato. Sicuramente la
responsabilità maggiore spetta proprio agli analisti. Le possiamo solo
dire che la nostra scuola, e gli analisti che vi aderiscono, ha sempre
cercato di agevolare situazioni economiche critiche. Ovviamente si è
sempre trattato di scelte personali, si potrebbe dire etiche, dei
singoli psicanalisti, senza alcun appoggio a istituzioni esterne.
Paradossalmente un simile atteggiamento è fortemente osteggiato dagli
analisti, in nome probabilmente di una logica di mercato che non sembra
si adatti a situazioni in cui ci si relaziona alla sofferenza di
individui.
Ci rendiamo conto che un atteggiamento di responsabilità personale
degli psicanalisti dovrebbe essere non solo professato individualmente,
ma pure reso parte integrante della pratica in generale (e questa
posizione ha degli importanti precedenti storici, ad esempio
nell'associazione berlinese, prima della guerra), ma questo cambiamento
implica processi che non sono solo politici o sindacali, ma anche
teoretici.
Riguardo le informazioni che lei richiede su eventuali finanziamenti
non abbiamo infomazioni specifiche a riguardo, ma non siamo a
conoscenza di precedenti.
Cordiali saluti,
Dr. XXXX "
Inutile qualsiasi parola di commento, se non alla gentilezza di questo
signore e all'apertura dei colleghi facenti parte quella societa'.
Processi non solo politi o sindacali ma anche teoretici.
Name: Giuseppe
Subject: No Subject
Email: kuchs@tiscali.it
18/09/2002
In questo forum capita spesso che venga citato Giacomo Contri, che io,
perdonatemi l'ignoranza ma sono solo un analizzante e mi occupo di
architettura, non sapevo chi fosse. Poi di recente mi sono imbattuto in
alcune letture di Paolo Migone.
Beh, in sintesi, parlando di psicanalisi, in questo sito, c'e' un certo
orientamento lacaniano.
O mi sbaglio?
Penso che la domanda sia semplice.
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